lunedì 11 giugno 2012

donne, più probabilmente

Ha indossato la camicia, ha preso l'ombrello
non ha detto parola
nemmeno io.

Dopo che se n'è andato

sono rimasta innanzi allo specchio
ho estratto la lingua
per vedere se erano rimaste impigliate delle parole.
Purtroppo ho visto solo muscoli e vene.
Ho ritirato la lingua
sono scoppiata a ridere
la risata non è una parola - poi ho infranto lo specchio.

Da quel momento

ho continuato a infrangere specchi
invano
cercandone uno
che non riflettesse
più, uno specchio
che infrangesse me.


A'ISHA ARNA'UT




A'ISHA ARNA'UT è una poetessa musulmana.
Non so null'altro.

chi abbia indossato la camicia, poco importa. Se ci si riferisca ad un uomo, alla vita stessa. al sogno, agli entusiasmi smorzati...
Cosa voglia dire in termini reali: ho ritirato la lingua, ho infranto lo specchio, poco importa. Se ci riferisca alla fuga verso la propria follia, al sorriso che non sboccia più con naturalezza, al rimedio di sentirsi cinici...
La vera nota ancora vitale in queta poesia è la ricerca, ancora, nonostante tutto, del passaggio successivo, quello che è penetrato in fondo al pozzo del cuore, quello capace di infrangere, scuotere dentro. L'infrangersi di un qualcosa che restituisca materia, seppur spezzata.

Spesso ho la netta sensazione che si viaggi su di un tapis roulant. Pedine composte, qualcuno che sorpassa, ma in generale passi oleosi verso una stessa direzione.

Tutte le ferite sono cicatrici rappezzate. Patrimonio di ognuno. Senza tara, senza verdetto. Distinte solo dalla propria interiore capacità di assorbimento. Chi non ne esce fuori, chi getta sale sulle cicatrici si affeziona al dolore, non riparte. E smette di cercare il vetro che possa infrangerlo, oltre quel passaggio, alla ricerca di nuove dmensioni che riperpetuano un'immagine riflessa che non esiste più. se non riflessa nei mille pezzi sparsi ovunque, in ogni singolo pezzo infranto. 


Se mi fossi fermata alla violenza, se mi fossi fermata alla dolorosa indecenza di una indifferenza, di una distrazione del cuore sarei ancora lì a cercare piccoli frammenti di me riflessi sul selciato. 

Ci si ricompone con cuore a pezzi. Necessariamente. Per smettere di cercarsi ovunque. E ovunque dispensare le colpe. Per smettere di piangersi addosso e puntare il dito della colpa verso chiunque si incontri.
Per restituirsi più possibilemnte interi, affinchè gli altri, quelli verso cui abbiamo dovere e compito di “riflesso”, possano seguitare a sognare prima di ritirare la lingua, infrangere il loro specchio. Se sarà così che dovrà andare anche per loro.

 

7 commenti:

  1. Normale. Quello che dovevate dirvi l'avete già detto.
    Ciao.

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  2. Quelle paroline strane e confuse obbligatorie per commentare sono inutili e fastidioso. Nella bacheca scrivi no. Trova post e commenti.

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  3. Normale è un giudizio. E come i tutti i giudizi sommari (per forza di cose) sottende e sorvola su molte cose.
    grazie x le note tecniche che non seguirò.. tanto non molti seguaci e a me nn sono evidenti. Ciao

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  4. La vera nota ancora vitale in queta poesia è la ricerca, ancora, nonostante tutto, del passaggio successivo, quello che è penetrato in fondo al pozzo del cuore, quello capace di infrangere, scuotere dentro. L'infrangersi di un qualcosa che restituisca materia, seppur spezzata"...
    Belle, molto sentite, sincere e profonde queste frasi: sono poesia pura!
    A volte si vorrebbe dimenticare ciò che di male è stato fatto-subito, ma qualcuno, in un modo o nell'altro lo fa ricordare...spesso!
    Io personalmente punto il dito sempre in quella "direzione" ...cambiano solo le "sfumature" ogni tanto! Devo aggiustare un pochino, ma nemmeno tanto la mira..e non è semplice sai? :(
    No!, non è normale il giudizio: il "maestro" insegna e giudica, purchè non si "discuta" assolutamente di lui!
    Non seguirai le note tecniche?: al maestro non si dovrebbe dire di no!
    Ciao!

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  5. Per anni, tanti, troppi, sono rimasta “avvitata” intorno al mio dolore. Tutto ruotava, ricordava e ancora riconduceva a quel mio sentire. Quel mio “violato” era il tracciato interno e conduceva a guardare, sentire, scegliere le cose intorno a me solo attraverso il suo vissuto. Combaciava perfettamente al mio essere. Era diventata una modalità. Ogni cosa, volendo, lo faceva ricordare spesso, come dici tu.
    Ma malessere porta malessere. Buio porta buio. Direzione univoca porta a perdere molte altre strade. molti altri punti di vista. Di ristoro per sé. Finchè non si perde qualcosa di ancora più grande, proprio per colpa di quel “non distacco”. La possibilità di uscire fuori dal girarsi intorno, perchè altro non è che questo il rimanere ancorati alla propria “modalità”. Tutto quel che siamo e che scegliamo intorno a noi è spesso frutto di quel che vediamo e sappiamo “ascoltare” del tutto che ci circonda. Siamo pregni di cose brutte, indimenticabili, distorte, immeritate, subite. Ma riperpetuarle nel nostro sentire porta ad attrarne altre, a vederne solo di quella “specie”. Si può, con distacco, prendersi per mano e decidere di saltare dall'altra parte della siepe. Non c'è sempre il buio.

    PS. Il maestro, se ti riferisci a Gus, in fondo non giudica veramente... è semplicemente stanco delle zizzanie e non voleva che mi intromettessi a provocarle. Ma sono felice che tu sia intervenuta e che nessuna zizzania sia emersa, anzi. Questo va nella direzione positiva, oltre la siepe.. di cui sopra. :-) Ciao

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  6. In verità nemmeno io volevo provocare (stavolta). La zizzania l'ha voluta e creata lui stavolta!
    Non so se avrai notato, ma sto riportando, ogni giorno, quello che è rimasto del mio vecchio blog!
    I post più... tristi li volevo per ultimi...
    Il "maestro" (di cosa?) come lo chiami tu e altri, si è permesso di giudicare cose assolutamente non vere , ma soprattutto dire che io scrivo i difetti degli altri per nascondere i miei?? Ma ti pare che IO, nasconda i miei difetti?? LUI piuttosto dovrebbe meditare sui SUOI!
    Io avrò sicuramente i miei, ma non quelli di guardare e più volte in casa d'altri!!
    gus non gradisce commenti personali 8giustamente) nel suo blog e viene a farli nel mio?
    Ha toccato (senza sapere nulla) il tasto più dolente di tutto il mio blog...quella sofferenza ti giuro (documentazione scritta da medici) mi è costata quasi due mesi di ospedale!...Tu credi che dopo questo grave fatto chi ha violato la mia privacy abbia smesso?? Macchè...ancora oggi è qui vicino a me!
    Aspetta e vedrai, nel mio blog, la terza parte...quella più squallida e penosa!
    Poveretti-e... devono vivere anche loro...lasciamogli almeno le briciole!

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  7. Io il mio vecchio blog non lo rileggo mai. Quel che ho scritto è stato unicamente valido in quel momento. Oggi la stessa cosa descritta la riscriverei diversamente, magari in modo affine ma la scriverei, valuterei meglio, peggio, ma senza dubbio diversamente. Ho pieno rispetto della tua sofferenza passata, anche se non la conosco ma non c'è bisogno di dimostrarla o dirla. Ma che senso ha il tuo recuperare il vecchio blog? Hai cose nuove da scrivere, ne sono certa. Non ti curare di chi viola la tua privacy, è una perdita di tempo (loro, ma evidentemente nn hanno altro da fare, e tua che hai senza dubbio possibilità di cose da fare migliori). Quel che sei dentro non lo cloneranno mai.

    Quanto a gus, Maestro lo hai chiamato tu x prima... ma poco importa. credo che ci siano sempre due modi di vedere una cosa. al centro del positico e al centro del negativo. Mai un tantino più in là di queste due linee maginot. Il risultato finale sarà un chiaroscuro.. nè troppo bello nè troppo brutto. Ma se guardi in negativo tutto ne seguirà scuro. Idem per il positico che ti farà sembrare alice nel paese delle meraviglie. Prova a pensare che invece Gus tutte le cose che ti ha scritto non erano volte al negativo ma era un tentativo di ..indirizzarti a guardare le cose secondo un'altra ottica. Vedo anche molto affetto nei tuoi confronti, protezione. Prova a non giocare in difesa, non sentirti sempre attaccata. scoprirai i chiaroscuri che ogni cosa contiene in sè.
    Ultima cosa. La zizzania è molestia. E' una provocazione sterile. Ho avuto un ex marito con il quale mi sono esercitata ed ancora mi esercito a depotenziare ogni tentativo di zizzania o conflitto perchè ci sono persone che ne vivono, si sentono vive solo se ti provocano. Sono diventata gandhiana. Ho impiegato 20 anni ma ora sono un'esperta detonatrice. Prova... mi piacerebbe leggere cose da te che non hanno nulla a che vedere con tutto quel che ti ha fatto soffrire.

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